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La maternità è solo una delle possibilitàScrivere di maternità mancata nel nostro Paese intriso di cristianesimo non è semplice, nè banale.
Chiara Francini lo ha fatto e questo è, di suo, un atto coraggioso. Lo ha fatto su palco dell’Ariston, su RaiUno, (purtroppo in tarda serata) e questo lo rende eroico. Nonostante ciò i suoi otto minuti hanno suscitato reazioni varie: tra le mamme e tra le non mamme.
Le prime si sono sentite offese, infastidite quando ha detto:
“…Un buco che ti si apre, in mezzo agli organi vitali, una specie di paura, stordimento, e, mentre accade tutto questo, tu devi festeggiare, perché la gente incinta è violenta e vuole solo essere festeggiata. E non c’è spazio per il tuo dolore, per la tua solitudine. Tu devi festeggiare”
La gioia può essere violenta, nel senso buono del termine, chi è incinta può non sapere che di fronte a lei c’è qualcuno che cerca quella gioia, magari da tempo, senza trovarla. Non può sapere se quella persona che ha davanti non vuole figli o non li può avere. In quel momento, anche se dovesse sapere tutte quelle cose, la futura mamma si sente legittimata a condividere la sua gioia, perché la sua gioia è maggiore del dolore di chi ha davanti. E probabilmente è così, perché la vita vince sempre su tutto ma chi non è mamma sente dentro un senso di inadeguatezza che è inevitabile. Lo è almeno fino all’arrivo dell’età della consapevolezza. Almeno per me è stato così. Sono sempre stata felice per tutte le splendide mamme che hanno riempito la mia vita ma c’è stato un periodo in cui mi domandavo quando sarebbe capitato a me. E quel “buco” l’ho sentito. Lo conosco.
Poi sono cresciuta e ho imparato a vedere la mia vita con occhi diversi.
Non mi ritrovo nella narrazione di Chiara, nell’artificio retorico della lettera al bambino mai nato. Non ho mai parlato a un figlio che non ho avuto. Me lo sono immaginato certo, ma da un po’ ho smesso anche di immaginarlo. Sono cresciuta con lo schema : donna, moglie, mamma. Non avevo mai preso in considerazione un’alternativa. La vita però è molto più divertente di come la immaginiamo. Crescendo ho capito che esiste una vita anche senza i figli e anche senza il modello considerato tradizionale. Mi sento comunque donna, non ho mai avuto la sensazione che mi mancasse un pezzo, che mi mancasse un figlio. Ho una libertà che mi sono costruita, anno dopo anno e di cui vado fiera.
Chiara poi ha sottolineato un punto molto importante:
“Perché anche quando ti decidi che è il momento giusto poi, magari, il corpo ti fa il dito medio e tu, allora, rimani col dubbio di aver sbagliato, di aver aspettato troppo, di essere una fallita.”
È così.. perché quando ti decidi magari non hai un compagno, perché anche se il compagno lo hai, i figli si devono volere in due e non è così automatico che questo accada, e perché a te, di diventare mamma a tutti i costi (anche da sola), non interessa magari. Ecco Chiara, avrei scritto che tutto sommato la tua vita non è andata persa. Che tu hai impiegato il tuo tempo a costruirti un futuro come tu volevi o, almeno, nel modo più possibile vicino al tuo ideale. Lo vogliamo dire che anche chi non ha figli si sente piena? Piena di tutto e senza pezzi mancanti? Un figlio è qualcosa di unico e meraviglioso. Non è un pezzo di una donna ma un surplus. Un figlio è una scelta a volte guidata anche dal caso ma non è un dovere.
Lo vogliamo dire che una donna non deve per forza desiderare un figlio? Che esistono tanti modelli di vita e non solo quello che ci vuole mogli e mamme? Poi quando dici:
“Io da qualche parte penso di essere una donna di merda perché non so cucinare, perché non mi sono sposata e perché non ho avuto figli. Razionalmente so che va bene così, ma da qualche parte, dentro di me, c’è questa voce, esiste, e io, alla fine, penso che abbia ragione lei, che io sia sbagliata”.
Sei quella che volevi essere, non fartene una colpa ma goditi la tua vita perché è tua ed è libera.
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