#SENZAGIRIDIBOA

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Donne e politica

Di Francesca Biagiotti

 “Le donne in ogni parte del mondo continuano a essere largamente emarginate dalla sfera politica, spesso a causa di leggi, pratiche, atteggiamenti e stereotipi di genere discriminatori, bassi livelli di istruzione , la mancanza di accesso all’assistenza sanitaria e l’effetto sproporzionato della povertà sulle donne”.

 

Assemblea generale delle Nazioni Unite

 

Prima presidente del consiglio donna prima leader del principale partito di opposizione donna. Quale migliore premessa per le donne in politica?

Eppure se si vanno a vedere i dati le donne non solo sono sotto rappresentate nei ruoli di governo e ma votano anche di meno.

Bisogna tornare al 2 giugno 1946 quando per la prima volta con il suffragio universale le donne votano per scegliere tra monarchia e repubblica e si elegge l’assemblea che scriverà la costituzione. Per la prima volta le donne entrano nelle stanze del potere. Erano 21 le donne costituenti. Nella prima legislatura (1948-’53) le donne elette in parlamento erano il 7%. Tra loro Nilde Iotti futura e prima presidente della camera.

Dopo alcune legislature, nelle quali alla camera in particolare, la percentuale di donne in parlamento cala, dal 1968 la percentuale sale sempre fino al 31% del 2013. Alle elezioni del 2018 ancora meglio in parlamento entrano 334 donne, la percentuale tocca il picco del 35%. Ben lontani dal 50% ma di strada ne è stata fatta tanta, peccato che con le scorse elezioni, complice anche il taglio dei parlamentari forse, si torna al 31%, 186 donne e 414 uomini. 

Chi pensa che con le amministrazioni locali la tendenza sia diversa si sbaglia. Dopo la prematura scomparsa di Jole Santelli, ad oggi solo l’Umbria è governata da una presidente donna.  Un caso, quello umbro, che si ripete ormai da molto tempo. Dal 2000 infatti in Umbria ci sono state solo presidenti donne. La situazione non migliora di molto se si guarda ai vicepresidenti. Solo Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Campania e Calabria hanno infatti delle donne a ricoprire questo incarico. A queste regioni in realtà si aggiunge anche la provincia autonoma di Bolzano, dove tuttavia sono 3 i vicepresidenti in carica e tra questi vi è solo una donna. Più in generale se si guarda alla composizione della giunta è la Toscana ad avere la quota più alta di donne all’interno di quest’organo (44,4%). A seguire Veneto, Umbria, Emilia-Romagna, Sicilia con il 33,3% , di seguito le altre regioni. Scendiamo ancora andiamo ai comuni. Ad oggi sono 1180 le sindache su 7773 primi cittadini in totale e dopo le ultime amministrative, che hanno fatto guadagnare 1 sindaca, ad oggi solo in 7 comuni capoluogo su 106 il ruolo di sindaco è ricoperto da una donna . Dopo la fine di consiliature importanti come quelle di Roma e Torino, oggi l’unica città capoluogo di regione amministrata da una donna rimane Ancona.
Le donne quindi sono poco elette ma secondo una ricerca di On Data pubblicata dall’Ansa “il 25 settembre scorso si è recato al voto il 65,74% degli uomini e il 62,19% di donne” nonostante le donne siano più della metà degli aventi diritto, il 51,74%.

Per approfondire:

Dossier del Senato della repubblica donne e politica “Parità vo cercando”

Ansa Approfondimento elezioni 2023

Donne e politica nel mondo, i dati di UN Women